Franco Serblin

Era il 2006 quando Franco Serblin scelse di lasciare in mani capaci l’Azienda da lui fondata e diretta per molti anni con grande passione e amore per la Musica. Dalla sua ispirata matita sono nati diffusori che hanno segnato la storia della riproduzione musicale sia italiana che internazionale, orgogliosamente posseduti da schiere di appassionati in tutto il mondo che mai se ne priverebbero. Un artigiano del suono, così amava definirsi Franco Serblin, che non ha potuto né voluto fermarsi e compiacersi di quanto, seppure notevolissimo, aveva già fatto per questo settore. Eccolo quindi ritornare negli ultimi anni a disegnare, a testare altoparlanti, a riflettere su idee e soluzioni nuove, questa volta con un’azienda a cui ha regalato il proprio nome. Il tutto senza l’urgenza o le pressioni che a volte il mercato impone, assecondando il proprio istinto e sensibilità, per il puro piacere della ricerca e per quell’esigenza interiore che da sempre lo spinge, con umiltà e dedizione, a servire la Musica e chi la ama. In questo nuovo percorso lo affianca e coadiuva Massimiliano Favella, già attivo nella precedente azienda di Franco. Insieme ascoltano, valutano e scelgono quali nuove creature musicali meritano di vedere la luce negli anni a venire. Nascono Ktêma e Accordo, due diffusori di una bellezza senza tempo, fatti di curve audaci e inediti accostamenti di materiali, di legno e luminoso alluminio.

Ktêma è un diffusore da pavimento di dimensioni importanti che tuttavia conserva, grazie ad un sapiente gioco di curve e accostamento di materiali, la leggiadria tipica di un diffusore più compatto. Centralità in questo progetto è stata data alla purezza e alla risoluzione della gamma media, il cuore di qualsiasi diffusore: una coppia di driver da 11 cm garantiscono a Ktêma una voce chiara e potente, unitamente al tweeter Ragnar Lian. I due poderosi woofer da 22 cm della Scan Speak sono invece posizionati posteriormente, a completare la risposta sul basso senza però disturbare, per così dire, la pulizia della gamma medio-alta. La loro emissione, assieme a quella delle due porte reflex, viene incanalata dal pannello posteriore, ottenendo un equilibrio unico: la sensazione all’orecchio è di un basso esteso e potente ma al contempo veloce e articolato. L’idea filosofica che ha dato vita al progetto è quella del proscenio di un teatro, ove alla centralità dei solisti nella parte frontale si aggiungono, più indietro, le sezioni gravi di accompagnamento. Da qui il soprannome di Proscenium Speaker.

Non è un mistero che Franco abbia amato maggiormente i diffusori di piccole dimensioni, questo per svariate ragioni, dalla maggiore facilità di inserimento in ambiente all’intrinseca eleganza di un oggetto dalle proporzioni più contenute. Qui sotto riportiamo alcune sue considerazioni espresse al momento della presentazione di Accordo, nel 2011:

“Mi ha sempre affascinato il ricreare, dal piccolo, la capacità evocativa del grande.  
Ho da sempre intuito, ad onta delle fisiche limitazioni, le dirompenti potenzialità del piccolo diffusore, dei piccoli altoparlanti, senza magari avere una razionale coscienza del perché di questa potenzialità che, stranamente allora, costantemente non smetteva mai di convincermi.
Oggi il tutto mi appare più razionale: è la bellezza della limitazione.
Senza limitazione non c'è arte, sono ben conosciute le limitazioni dei piccoli diffusori e ci si aspetta poco da loro, ma è forse questo che li rende magici, la loro capacità di ricreare, attraverso una sublime riproduzione della gamma media, una magia musicale che spesso è sconosciuta a sistemi di grande dimensione ed estensione.
Compito del progettista, ed in seguito dell'utilizzatore, il saper estrarre emozioni dall'apparente poco a disposizione: mai, in qualsiasi forma d'arte, il dover miniaturizzare ha rappresentato un limite nel tentativo di replicare l'essenza del reale, semmai è vero il contrario.
Da un'iniziale e semplicistica ricerca della fedeltà assoluta all'evento originale, oggi la scienza della riproduzione audio tende sempre più verso la ricreazione di un evento generatore di emozione e coinvolgimento, una forma d'arte che vede l'appassionato utilizzatore nella doppia veste di creatore e fruitore dell'opera.
Il diffusore acustico acquisisce un ruolo fondamentale nel tentativo di tradurre un evento in un'emozione. 
E' inutile ribadire che ogni diffusore è un compromesso.
Ho ascoltato ed utilizzato recentemente le Quad ESL 57: come si fa a non ammettere che hanno delle limitazioni? Eppure, ancora oggi è un riferimento assoluto per la naturalezza della gamma media!
Tutte le tipologie di diffusori sono un compromesso: lo sono i grandi diffusori a tromba, seri compromessi… ma fanno qualcosa che altri non possono fare!
Lo sono i monovia, seri compromessi… ma anch'essi fanno qualcosa che altri non possono fare!
Se creiamo grandi diffusori dobbiamo aver a che fare con grandi mobili che assorbono energia e problematiche di coerenza per la molteplicità delle vie.
Se cerchiamo alta efficienza, perdiamo profondità alle basse e ci esponiamo a potenziali colorazioni.
Soprattutto non dimentichiamo il problema principale, la relazione fra ambiente e diffusore, una croce per diffusori a gamma estesissima.
Tutti i diffusori hanno una loro personalità che non è, però, separabile da quella delle apparecchiature complementari e dall'ambiente in cui si esprimono.
Accordare il tutto è il vero problema, non la tecnologia di questo o quell'altro componente.
L'accordo è il fondamento della musica, l'accordatura è il fondamento dello strumento musicale, l'accordatura è altrettanto il fondamento del riproduttore di musica, che sia il singolo componente o l'intero sistema.
Accordo del crossover, accordo degli altoparlanti, accordo del cabinet, accordo della qualità della componentistica, una riproduzione musicale che vuol coinvolgere l'ascoltatore non può prescindere dall'accordo della singola e della molteplicità delle parti.
La finalità?
La qualità dell'illusione!
Paradossale che spesso la qualità dell'illusione venga compromessa proprio dal tentativo di avvicinarsi alla realtà, come il voler, ad esempio, convertire al colore un film o una foto in bianco e nero!
Un'immagine in bianco e nero può avere una sua forza evocativa che non dovrebbe poter avere per le sue ovvie limitazioni.
Anche qui l'accordo è fondamentale: la sottile analisi e messa a punto delle gradazioni tonali, il controllo delle varie parti del fotogramma, la perfetta coesione dei grigi, è generata dall'ottimale accordatura di ogni elemento tecnico: ottiche, carta, sviluppo, stampa etc.
Una variazione di un dettaglio e tutto deve essere rivisto!
C'è interdipendenza fra il processo fotografico ed il procedimento di assemblaggio di un oggetto o un sistema audio.
Tutto è finalizzato alla creazione di una metafora, non certo della realtà o del realismo.
La qualità della metafora è quello che conta!
Ed è nell'essenza della metafora la necessità di una limitazione, affinché l'immaginazione possa emergere e dominare.
Spesso mi capita di pensare al fatto che, in questo nostro mondo della riproduzione musicale, vi sono mille approcci differenti, come differenti sono le convinzioni dei vari progettisti e il suono che essi hanno in mente. Esiste forse un unico approccio corretto? Certamente no. Esiste magari un criterio universalmente valido per valutare un componente, sia esso una sorgente, un’elettronica di potenza o un diffusore acustico? Nuovamente la risposta è no. Ognuno di noi ha la sua “idea” di suono idealmente corretto e si emozionerà solamente se quel suono incontrerà il suo gusto, se quel suono sarà il suo suono… Eppure, di fronte ad una qualsiasi opera particolarmente riuscita, sia essa un oggetto d’arte, un edificio o - perché no? - una donna particolarmente affascinante, quasi tutti sembriamo convenire sulla bontà del risultato, sull’emozione che questa suscita in modo del tutto naturale ed immediato.
Se guardiamo alla storia dei diffusori acustici e al successo che alcuni modelli hanno ottenuto, ci accorgiamo che questi progetti, universalmente riconosciuti di gran pregio, sono costituiti quasi sempre da diffusori di piccole dimensioni.
Diversamente dalla maggior parte delle casse di grandi dimensioni, il piccolo diffusore sparisce per lasciar posto alla Musica. Il suo limite diventa grandezza. Rinunciare alle ultime ottave di estensione in frequenza, con la relativa necessità di mettere in movimento grandi masse d’aria, consente di evitare cabinet voluminosi e l’utilizzo di diversi altoparlanti, con le relative difficoltà di fusione tra gli stessi. Anche le vibrazioni generate dagli altoparlanti sono più facili da controllare e accordare in un cabinet di ridotte dimensioni.”

Accordo è l’ultimo progetto che ha visto del tutto la luce prima che Franco, nella primavera del 2013, ci lasciasse. La tristezza per un evento accaduto troppo presto è in parte attenuata dalla consapevolezza del bene che questo Artigiano della Musica ha fatto per il nostro mondo dell’audio e per quanto ci lascia in eredità. Prima di lui il diffusore acustico era, nella maggior parte dei casi, una semplice scatola squadrata, banale e priva di attrattiva. Se oggi alla forma di un diffusore è riservata quasi la stessa attenzione che è data ai suoi contenuti tecnici e musicali, questo accade perché negli anni ottanta qualcuno, dotato di una sensibilità unica per l’armonia e il bello, ha iniziato per primo a dare importanza all’estetica: quel qualcuno è Franco Serblin.
La straordinaria sensibilità per creare oggetti dotati di una bellezza senza tempo si univa, in Franco, alla grande prolificità progettuale: moltissime sono le bozze, le idee, i disegni per futuri oggetti musicali che negli ultimi suoi anni di vita si sono aggiunti a quanto è già parte della storia dell’audio. Il materiale che Franco ha lasciato in eredità a Massimiliano e a chi saprà tramutarlo in creature musicali è davvero vastissimo.
Per tornare ad Accordo, un due vie dalla forma innovativa e classica al contempo, questo è stato definito da più parti come il più bel diffusore da supporto mai creato. E’ facile immaginare il perché: le curve uniche delle sue superfici, la specularità dei due mobili, il sapiente utilizzo di legno e metallo, la forma armonica del piedistallo che, intuizione geniale, accoglie il filtro crossover al suo interno allontanandolo da ogni possibile disturbo elettromagnetico. Tutto è speciale in questo progetto, non ultima la magia del suono che è in grado di generare.

Lignea, il terzo modello che ha visto la luce, ha gli ingombri di un piccolo monitor ma si presenta come un diffusore da pavimento: ancora una volta si rimane stupiti dalla forma unica di un oggetto che fa dell’armonia delle proporzioni il suo tratto più evidente. Delicato e leggero come un fiore dal lungo gambo, questo splendido diffusore è stato disegnato da Franco nell’ultimo anno di vita quando, provato dalla malattia, ha voluto rendere omaggio a quanti gli sono stati vicino. Massimiliano poi, con amore e riconoscenza, ne ha proseguito lo sviluppo fino a donargli la giusta voce e a renderlo quella piccola meraviglia che oggi possiamo ammirare.

Dopo Ktema, Accordo e Lignea, vede la luce Accordo Essence: fin dal primo sguardo si intuisce che questo diffusore è un’estensione fisica e musicale della meravigliosa Accordo da stand. La forma speculare del mobile è la stessa, se la osserviamo dall’alto, e tuttavia, una volta trasformata in un modello da pavimento, acquisisce un’importanza diversa: il frontale è leggermente più largo e ospita anche un woofer da 18 cm che, anche in virtù del superiore litraggio del cabinet, asseconda l’estensione sul registro grave e aumenta grandemente la capacità dinamica di questa creatura musicale. La voce di Accordo Essence è, se possibile, ancora più bella della sorella da piedistallo: la gamma media, giustamente ritenuta fondamentale da Franco, è ancora più limpida, ricca di colori e dotata di straordinaria musicalità. La capacità di rendere in maniera credibile e naturale il tono di qualunque strumento, come anche delle voci, è assoluta. Nessun diffusore è perfetto ma ascoltando Accordo Essence lo si dimentica immediatamente, tanta è la magia che sa regalarci.

Siamo alla fine del 2023 e gli amanti del marchio stanno per conoscere un nuovo modello, qualcosa di inaspettato: anello di congiunzione tra Accordo e Accordo Essence, nasce Accordo Goldberg. Dal modello più piccolo eredita la forma, bellissima, del mobile: le dimensioni aumentano ma vengono mantenute le proporzioni. Rimane anche il piedistallo di Accordo, ora privo della componentistica crossover, qui ospitata all’interno del mobile. Così il piedistallo diventa un’opzione, non più una necessità. Il woofer da 18 cm è il medesimo delle Accordo Essence mentre il tweeter risulta condiviso dai tre modelli della linea. Il suono di Accordo Goldberg è possente e morbido, corposo e suadente, un connubio affascinante come poche volte capita di sentire. Appagante? Certamente sì. Accordo Goldberg farà felici coloro che prediligono l’eleganza del diffusore da scaffale ma che non vogliono rinunciare al corpo, all’estensione e alla capacità dinamica appannaggio, di norma, dei soli diffusori da pavimento.

La storia di Franco Serblin è fatta dall’insieme dei suoi straordinari progetti, dall’amore per la Musica e per il Bello che lui ci ha trasmesso, con umiltà e dedizione, per oltre 30 anni. Il presente e il futuro dell’azienda che porta il suo nome è nelle capaci mani di un uomo, Massimiliano Favella, che ha condiviso con lui per molti anni esperienze, intuizioni, scelte e meritati successi. A lui e a chi lo coadiuva nello sviluppo dell’enorme patrimonio di idee che Franco ci ha lasciato guardiamo con grande aspettativa e gratitudine, certi che saprà mantenere intatto il ricordo del fondatore e proseguire sulla strada tracciata con la sensibilità e le attenzioni che si riservano alle cose più preziose.

Sito ufficiale: www.francoserblin.it

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